Canti Siciliani
Vitti 'na crozza
(Popolare)
Vitti 'na crozza supra nu cannuni
fui curiusu e ci vosi spiari
idda m'arrispunniu cu gran duluri
iu mossi senza 'ntoccu di campani
Sinni eru sinni eru li me anni
sinni eru sinni eru e un sacciu unni
ora ca su arrivati a ottant'anni
u vivu chiama e u mortu unn'arrispunni
Chi n' ava fari chiu', di la me vita
non sugnu bonu chiù, pi travagghiari
'sta vita è fatta tutta di duluri
e d' accussi' non vogghiu chiù campari
Cunsatimi cu ciuri lu me lettu
picchi' alla fini già sugnu arridduttu
vinni lu tempu di lu me rizzettu
lassu 'stu beddu munnu e lassu tuttu
Vitti 'na crozza: "un canto d'autore" conosciuto in tutto il mondo, come canto popolare, grazie al regista Pietro Germi
Nel film "Il cammino della speranza" di Pietro Germi questa canzone che il grande regista aveva conosciuto grazie ad un anziano minatore di Favara che gliene aveva recitato i versi, fu utilizzata come colonna sonora attribuendogli un origine popolare. In realtà il motivo, registrato in migliaia di dischi e riproposto non si sa quante volte in televisione, alla radio, negli spettacoli popolari e in piazza, ha un autore. Si chiama Franco Li Causi, direttore di una piccola orchestra agrigentina e solista di chitarra. Questi racconta che nel 1950 il regista Pietro Germi gli chiese se, nel suo repertorio di canzoni siciliane, ci fosse un motivo "allegro-tragico-sentimentale" da inserire in un film sugli emigrati siciliani. Le composizioni del musicista però non piacquero al regista che, comunque, invitò il maestro sul set a Favara. In quell’occasione un anziano minatore, Giuseppe Cibardo Bisaccia, recitò al regista un brano poetico che conosceva a memoria e Germi chiese a Li Causi di musicare quei versi. Ma questa paternità non gli sarà riconosciuta nonostante il maestro agrigentino avesse inviato subito la composizione alla SIAE. Così molti sono stati i cantanti, i musicisti, le case discografiche che hanno utilizzato la musica di "Vitti 'na crozza" o appropriandosene dei diritti d'autore o attribuendola ad un'equivoca tradizione popolare, infatti proprio per questo motivo esistono diversi cambiamenti di strofe rispetto al testo originale per non parlare della musica, che ha trasformato un canto che parla di morte, a ritmo di tarantella. L'autore di uno dei più popolari motivi siciliani, dunque, è stato per tanti anni un artista indifeso, che ha strenuamente combattuto per far valere i suoi diritti di unico ed indiscutibile autore della musica, avendo come unici alleati i suoi concittadini che hanno testimoniato a suo favore affinché gli fossero riconosciuti tutti i diritti morali ed economici.